La meditazione è spesso definita come un momento di silenzio o di riflessione. La meditazione vera è, tuttavia, molto più di questo. É uno stato di profonda pace che si verifica quando la mente è calma e silenziosa.
Uno dei primi segnali che possiamo avvertire quando iniziamo la meditazione è una sorta di brezza fresca, o al contrario del formicolio o del calore, localizzati sulle mani o più specificatamente sulle dita e sul centro del palmo. Queste sensazioni ci indicano lo stato del nostro sistema sottile. Quando la nostra energia materna, la Kundalini, si risveglia, ed inizia a salire dall’osso sacro, irrorando i nostri plessi vitali, i Chakra, si origina in noi un processo di purificazione totale, sapientemente orchestrato da questa forza intelligente, la quale gradualmente ed in modo estremamente dolce e delicato si dirige sui Chakra che in quel determinato momento presentano un blocco, necessitano cioè di una particolare attenzione per tornare ad una condizione di naturale equilibrio.
Al livello prettamente somatico, nel caso in cui la Kundalini trovi un problema su di un Chakra, avvertiremo del calore o del formicolio sulle dita, in quanto le nostre mani sono le terminazioni nervose dei nostri plessi energetici. Su di esse vengono riflessi tutti i nostri Chakra, che si trovano sul nostro corpo, lungo la spina dorsale e sopra l’osso della fontanella. Qualora dovessimo sentire invece una lieve brezza di aria fresca, che fuoriesce dal centro del palmo, o sulle dita, essa non è altro che la manifestazione della nostra energia Kundalini, che non incontrando particolari ostacoli nel suo cammino ascensionale, si rivela per quella che è la sua natura costitutiva, cioè energia fresca, che come una sorgente purissima sgorga dalla nostra sommità, non a caso denominata già dagli antichi greci: “Osso della fontanella”.
Questo è lo stato ideale a cui possiamo aspirare; contestualmente alla fuoriuscita della Kundalini dall’ultimo Chakra, il Sahasrara, detto “il loto dai mille petali”, è possibile avvertire un senso di pace, di armonia e di gioia serena che testimoniano il graduale allontanamento della tensione e dello stress dovuti al ritmo della vita quotidiana ed il conseguente sopraggiungere di un rinnovato equilibrio psico-fisico.
In breve, la brezza fresca, sulle mani e sulla testa è indice di equilibrio, mentre il calore ci segnala uno squilibrio e contemporaneamente un “pronto intervento” della Kundalini, che come una madre premurosa si precipita immediatamente ad irradiare il Chakra in difficoltà e nello stesso tempo, attraverso questo “sesto senso” appena attivato in noi dalla realizzazione del sé, ci comunica di quale problema si tratti e dove intervenire.
Proprio per questo, attraverso le tecniche di Sahaja Yoga abbiamo una possibilità reale per conoscere veramente noi stessi. Attraverso la diagnosi operata dalla nostra Kundalini, in modo del tutto spontaneo, indipendentemente da quel che ognuno di noi pensi di se stesso, essa ci rivela in modo oggettivo quali possano essere i nostri “blocchi energetici”, causa di malattie, angosce, problemi emotivi e psichici ed in più ci dota di uno strumento di incredibile precisione ed efficacia. Essa permette di andare alla radice di ciò che è alla base di un nostro difetto, o di una nostra ossessione o paura, ed estirparlo, in modo tale che la nostra tendenza errata, il nostro soffrire, il nostro “karma” pesante che tendeva a ripetersi, che era in realtà solo il sintomo dell’ostacolo energetico, gradualmente scompare, lasciando liberi i nostri Chakra di esprimere le qualità che le sono proprie, qualità in grado di trasformare totalmente la nostra vita. Vediamo adesso nel dettaglio come siamo fatti veramente dentro di noi, e quali sono i nostri plessi energetici principali, i Chakra, e le loro caratteristiche e qualità corrispondenti.
Il “sistema sottile” è composto da sette centri di energia (Chakra), tre canali energetici e la Kundalini. Al livello medico, i Chakra corrispondono ai plessi del nostro sistema nervoso centrale e i canali non sono altro che i sistemi nervosi: simpatico e parasimpatico. Chakra è una parola sanscrita ed etimologicamente significa “ruota”, in effetti, quando un chakra è in equilibrio gira su se stesso in senso orario. Come nei fiori di loto, ogni Chakra ha un numero caratteristico di petali, i quali corrispondono al numero dei sub-plessi fisici che compongono ogni plesso principale.
All’interno del nostro sistema energetico troviamo sette Chakra fondamentali:
- Mooladhara
- Swadisthana
- Nabhi (Manipura)
- Cuore (Anahata)
- Vishuddi
- Agnya
- Sahasrara
Ogni Chakra governa diverse qualità, che una volta risvegliate attraverso la meditazione di Sahaja Yoga, diventano parte integrante della nostra personalità, che così arricchita ci rivela una vita colma di soddisfazione, di gioia e dove finalmente è possibile godersi pienamente ogni istante, mettendo fine all’incessante altalena dei nostri pensieri, che ci obbligano a vivere nel passato, nel ricordo di ciò che non c’è più o nel futuro, in un continuo pianificare e progettare, che puntualmente ci nega la possibilità di fermarci ed assaporare la bellezza della realtà, la semplicità e la magia del presente.
Mooladhara
Primo chakra: Mooladhara
Manifestazione fisica: Plesso pelvico
Numero di petali / sub-plessi: 4
Elemento: Terra
Organi controllati: Escrezione e organi riproduttivi
Qualità: Saggezza, purezza, innocenza, spontaneità, gioia, eterna fanciullezza, potere di discernimento
Situato al di sotto dell’osso sacro, il Mooladhara Chakra, una volta che la Kundalini viene risvegliata, ci conferisce innocenza ed al contempo saggezza. Innocenza significa letteralmente “non-nuocere”, cioè non fare del male a nessuno, neanche a noi stessi. Quando siamo bambini abbiamo in noi questa qualità molto sviluppata, ed è per questo che rimpiangiamo quell’età radiosa, in cui tutto ci appariva bello ed interessante e dove affrontavamo ogni giorno con spensierata leggerezza. Quella stessa leggerezza e spontaneità che ci caratterizzano in tenera età, sono dovute al fatto che il nostro ego ed il nostro super ego non sono ancora pienamente sviluppati e la nostra Kundalini è libera di oltrepassare il nostro osso della fontanella. Non a caso tutti noi nasciamo con quest’osso morbidissimo, poi con lo svilupparsi della nostra individualità (ego) e con l’assorbimento dei vari condizionamenti, dei genitori, della società (super ego), da sistemi aperti, da esseri universali quali eravamo, l’osso della fontanella si chiude, si calcifica, e noi diventiamo dei sistemi chiusi, viviamo nella divisione e nella limitazione della nostra mera soggettività. Ed è per questo che spesso siamo infelici ed insoddisfatti, è per questo che dondoliamo tra le paure ed i ricordi del passato e le preoccupazioni e le incertezze del futuro, non riusciamo in nessun modo a scavalcare la tirannia della nostra mente, che per definizione non ci consente di vivere nel presente, e così qualsiasi situazione è inevitabilmente inquinata dai nostri calcoli, qualsiasi immagine è filtrata dalla nostra visione, spesso falsata della realtà. L’unico modo di affrancarsi dalla “maya”, da quest’illusione creata da noi stessi è quello di ritornare bambini, puri, grazie al lavoro della Kundalini, finalmente consapevoli di noi stessi e per questo ancora più gioiosi di prima, perché ora in grado di goderci la vita in ogni sua più piccola sfaccettatura, con la maturità e la saggezza di una persona adulta. Attraverso la meditazione di Sahaja Yoga riscopriamo l’innocenza che è in noi, il nostro diamante interiore era, in effetti, solo coperto ed ora torna a risplendere, come il sorriso di un bimbo. L’archetipo che incarna pienamente le qualità del Mooladhara Chakra si ritrova ad esempio nella cultura orientale, in India con Shri Ganesha, la divinità con la testa di elefante, la quale rappresenta l’umiltà e la saggezza, ed il corpo di un bambino, che come abbiamo visto simboleggia l’innocenza.
Swadisthana
Secondo chakra: Swadisthana
Manifestazione fisica: Zona inguinale, plesso aortico
Numero di petali / sub-plessi: 6
Elemento: Fuoco
Organi controllati: Reni, fegato, milza, pancreas, utero, intestino
Qualità: Creatività, pura attenzione, puro desiderio, pura conoscenza, senso estetico, pensiero astratto
Lo Swadisthana Chakra si muove come un satellite attorno al Nabhi Chakra e al Void e ci fornisce il senso dell’estetica, dell’arte, della musica, la capacità di apprezzare e di connetterci con la natura. Controlla l’apparato digerente e ci fornisce l’energia dinamica per svolgere lavori fisici, mentali e creativi. Spesso questo Chakra è assai affaticato, soprattutto in occidente, dove il vorticoso ritmo della vita ci sottopone ad innumerevoli sforzi, fisici e mentali e pressioni psicologiche. E’ ormai di dominio comune l’assunto che il nostro fegato, oltre ad aver la funzione di eliminare tutte le sostanze nocive da noi assunte, nel cibo e nelle bevande, ci aiuta anche ad alleggerirci dal sovraccarico dovuto al continuo bombardamento che i nostri pensieri giornalmente compiono ai danni del nostro stesso equilibrio, della nostra stessa salute. E’ dimostrato infatti che una persona “fegatosa”, andrà in collera facilmente, il continuo pianificare, progettare e calcolare, unito ad esempio al consumo di alcool, provoca molto spesso l’insorgere di stress, agitazione ed a volte veri e propri esaurimenti nervosi. Ed è proprio quest’esaurimento, dell’energia del nostro Swadisthana Chakra che ci fa ammalare, che ci rende incapaci di sopportare alcunché, che ci fa sentire arrabbiati col mondo intero, che ci fa apparire scorbutici ed irosi, insensibili e cinici. Nel giro di poche settimane, con una meditazione costante possiamo ripristinare l’indispensabile funzionalità di questo Chakra e ritornare ad essere veramente noi stessi, la nostra attenzione e la nostra capacità di intervento, che sia artistico o meno, migliorano notevolmente e nello stesso tempo si alleviano la fatica e la pesantezza del lavoro, dello studio e delle responsabilità quotidiane. Con uno Swadisthana in buono stato siamo in grado di esprimere la nostra creatività con amorevolezza ed in tal modo, questa sottigliezza ci rende più sensibili all’intuizione, alla stessa ispirazione che spesso contraddistingue una vera opera d’arte, che solitamente è in grado di appagare l’occhio ed il cuore.
Nabhi (Manipura)
Terzo chakra: Nabhi
Manifestazione fisica: Plesso solare
Numero di petali / sub-plessi: 10
Elemento: Acqua
Organi controllati: Stomaco, intestino, fegato, milza
Qualità: Ricerca del Sé; principio dell’equilibrio, crescita fisiologica e spirituale, profondità, fermezza nell’attenzione, capacità di portare bene a termine ciò che si fa, pace, benessere fisico e materiale
Il Nabhi è il Chakra da cui dipende la nostra evoluzione. Il primo stadio evolutivo è quello del benessere fisico, senza aver soddisfatto i bisogni primari, difficilmente un essere umano può proiettare il proprio desiderio verso qualcosa di più elevato. E’ quindi facilmente intuibile che per un corretto funzionamento di questo centro non è richiesto un ascetismo di sacrifici e torture, ma neanche un’attenzione esagerata verso il confort, il lusso né una dieta particolare. Sembra scontato ma chi è già dotato di un tale equilibrio, che gli consente di potersi adattare a varie situazioni, senza esser attaccato ad un cibo, al vino, od un determinato status, è una persona che ha un buon Nabhi Chakra. Quando è illuminato dalla Kundalini, il Nabhi Chakra dona generosità incondizionata, completo appagamento e profonda pace interiore. La pace e la soddisfazione sono qualità che si trovano già dentro di noi, per questo il “girare in tondo”, cercandole negli innumerevoli oggetti dei sensi che il mondo esterno ci offre in continuazione è spesso infruttuoso e difficilmente produce risultati duraturi. Quando i petali del Nabhi si aprono percepiamo finalmente, l’armonia che è in ognuno di noi, in quanto cellula di un unico essere universale. E’ come se la serenità divenisse uno stato normale della vita, essendo essa una caratteristica già insita in noi ed ovviamente ciò si riflette nel macrocosmo. Migliora così il rapporto con la nostra famiglia, con il mondo lavorativo, con la società. La rivoluzione è interiore, grazie alla meditazione di Sahaja Yoga la nostra attitudine verso gli altri cambia radicalmente, essendo noi già soddisfatti, non abbiamo nessun bisogno di sopraffare né di mentire a nessuno ed un senso di solidarietà ed amore incondizionato prendono il posto della diffidenza che aleggia sull’uomo medio del ventunesimo secolo.
Cuore (Anahata)
Quarto chakra: Cuore
Manifestazione fisica: Plesso cardiaco
Numero di petali / sub-plessi: 12
Elemento: Aria
Organi controllati: Cuore, polmoni, osso dello sterno
Qualità: Gioia, compassione, senso di sicurezza, amore, responsabilità
Nel Chakra del cuore risiede il nostro Sé: lo spirito, detto anche Atman. Lo spirito si m anifesta quando il nostro cuore è aperto, è infatti allora che percepiamo la pura gioia dell’esistenza e diveniamo uno con l’essere universale che permea l’universo. E’ stato individuato da molti che la causa dell’infelicità deriva dalla nostra condizione di esseri condannati a vivere nella dualità. In effetti ognuno di noi aspira ed anela ad un oggetto, un uomo, una donna,uno status, che è sempre esterno alla nostra persona. Il continuo desiderare ci porta inevitabilmente alla divisione, in una condizione di perenne incompletezza. Ma quando, attraverso la meditazione di Sahaja Yoga, la nostra Kundalini tocca questo Chakra, il cuore letteralmente si apre e la nostra intuizione vaga, del fatto che tutti noi sappiamo di essere parte di una grande energia, di Dio, o qualsivoglia della natura, diviene una certezza. La fiamma che arde nel nostro petto ci infonde una nuova sicurezza, ogni atomo che compone la creazione ci appartiene e noi ci perdiamo in questo oceano infinito, come umile goccia perdiamo la nostra insulsa individualità e ci tuffiamo nel mare sereno della vita. Siamo pronti ad affrontare qualsiasi tempesta, e nessuno scossone può minacciare il rifugio sicuro del nostro Spirito, che è indistruttibile, puro, eterno.
Vishuddi
Sesto chakra: Vishuddi
Manifestazione fisica: Plesso cervicale
Numero di petali / sub-plessi: 16
Elemento: Etere
Organi controllati: Collo, braccia, viso, lingua, bocca, naso, denti, tiroide
Qualità: Senso della collettività, diplomazia, capacità di essere testimoni, rispetto di se stessi, relazione pura e fraterna con gli altri; rispetto degli altri, amabilità; integrazione nella collettività, consapevolezza di fare parte del tutto
Il Vishuddi incarna le qualità che governano il nostro rapporto con il mondo circostante. .Con la pratica quotidiana della meditazione di Sahaja Yoga, ci è facile identificarci con il nostro Sé. In questo stato di unione, diventiamo testimoni del nostro corpo, della nostra mente, dei nostri pensieri e delle nostre emozioni, perché noi non siamo nulla di tutto ciò, così l’intera nostra vita ci appare come una magnifica commedia, dove siamo contemporaneamente degli spettatori distaccati ma anche gli attori protagonisti, padroni di apprezzare il gioco magico che si sussegue dai tempi dei tempi. Una persona che ha un buon Vishuddi Chakra, sarà quindi molto dolce con gli altri, ma allo stesso tempo non esiterà ad esprimere con franchezza la propria opinione, nel caso la situazione lo richieda. Disporrà quindi di una diplomazia, che al contempo è scevra da ogni menzogna, in effetti, il sentirsi a posto con sé stessi ci permette di esser sempre sinceri, nel rapporto con noi e con gli altri. All’opposto ovviamente troviamo gli individui che, utilizzando troppo, in modo spesso irrispettoso, questo Chakra della comunicazione, sono pieni di aggressività, taglienti, sarcastici, dominatori. Alzano la voce per motivi futili e cercano spesso di imporsi sul prossimo con sproloqui o volgarità. Un altro estremo è quello di chi è molto timido, introverso, ha spesso paura di sbagliare e questo suo complesso di inferiorità lo porta però a cercare una “rivalsa sotterranea”, mediante il “parlare male alle spalle” di chiunque non appena ne ha l’occasione. Da una parte, inseguendo una continua autoaffermazione sul prossimo, suscitiamo poi le antipatie di tutti, dall’altra ci chiudiamo nel nostro “mondo ovattato”, non riuscendo a gioire con gli altri, ad apprezzare nulla, non ci sentiamo mai contenti, siamo in sostanza sempre fuori posto. Tutto ciò ovviamente mina alla base una delle caratteristiche fondamentali del nostro Vishuddi Chakra, il nostro senso di collettività. Anche il fumo naturalmente lo danneggia, in quanto blocca la nostra capacità di percepire il mondo esterno; non a caso, quando si smette di fumare, l’odorato ed il gusto dei cibi appaiono notevolmente migliorati.
Agnya
Sesto chakra: Agnya
Manifestazione fisica: Chiasma ottico
Numero di petali / sub-plessi: 2
Organi controllati: Ghiandola pineale, ghiandola pituitaria, la vista, la memoria, la mente
Qualità: Perdono; verità, umiltà, compassione, generosità.
L’Agnya Chakra è comparabile ad una porta stretta che, se aperta, permette alla nostra Kundalini di salire alla zona limbica del cervello, la parte più elevata di esso. Come sappiamo l’uomo utilizza solo una piccola parte delle potenzialità cerebrali, e proprio questa zona limbica, che investe anche l’osso della fontanella, è la sede destinata al nostro contatto con l’energia onnipervadente è il nostro “ponte con l’infinito”. Sembra fin troppo semplice, ma l’unico modo di aprire questa porta, di fare breccia nei nostri continui pensieri illusori e di proiettarci finalmente nella realtà del presente è quello di assumereun atteggiamento volto al perdono. Il perdono è il potere di lasciare andare la rabbia, l’odio e il risentimento e di scoprire con umiltà, la nobiltà e la generosità dello spirito. Una volta che realizziamo che non perdonando gli altri stiamo facendo del male solo a noi stessi, cominciamo a capire che non è solo saggio e generoso perdonare, ma anche molto concreto e pragmatico. Con il perdono, si comincia a sentire un enorme senso di pace e di sollievo. Un Agnya Chakra illuminato dalla Kundalini, con una meditazione costante, ci permette di affrontare ogni istante con naturalezza, apprezzando l’essenza della natura delle cose. E’ come se il nostro ego, che rappresenta la nostra razionalità, ed il nostro super ego, che indica i nostri condizionamenti, perdessero il potere di filtrare continuamente la nostra percezione della realtà, che si offre a noi in tutta la sua bellezza.
Sahasrara
Settimo chakra: Sahasrara
Manifestazione fisica: Zona limbica del cervello
Numero di petali / sub-plessi: 1000
Qualità: Integrazione, consapevolezza senza pensieri, vivere nel presente, apertura alla consapevolezza vibratoria, accesso alla coscienza collettiva; percezione dell’unione con l’energia onnipervadente.
Il Sahasrara Chakra integra in sé tutti i Chakra. Quando attraverso la meditazione con Sahaja Yoga la Kundalini fuoriesce dall’osso della fontanella, si avverte fisicamente, sulla testa e sulle mani una brezza di aria fresca, e portando la mano al di sopra della testa, di qualche centimetro, si può testimoniare con facilità la natura della nostra energia materna, che si percepisce come vibrazioni. La capacità di sentire le vibrazioni si potrebbe considerare un “sesto senso”, che prima del risveglio della Kundalini era in noi assopito. Questa nuova consapevolezza è dovuta all’apertura del Sahasrara Chakra, che ci consente di raggiungere lo Yoga. Al livello etimologico la parola “Yoga” significa “unione” della nostra energia con l’energia onnipervadente, l’energia della natura, il Divino. Una volta ottenuto questo stato, ci accorgiamo in modo tangibile che la nostra vaga consapevolezza di essere comunque tutti parte di un unico “grande organismo ”, di essere tutti connessi da una rete sottile, diviene ora una realtà quanto mai concreta, sperimentabile ogni giorno. Provate ad immaginare come potrebbe trasformarsi la nostra vita, se ogni mattina, durante una breve meditazione, potessimo riconnetterci con “l’interruttore generale che dispensa l’energia a tutto l’universo”. Questo porta il concetto stesso di Yoga al di là di una semplice tecnica di rilassamento. Quando questo Chakra si apre, oltrepassiamo quindi le barriere costituite dal nostro passato e dal nostro futuro ed entriamo in uno stato di eterno presente, dove sperimentiamo la gioia interiore e la beatitudine divina. Con questa “nuova nascita” abbandoniamo la nostra individualità e ci perdiamo nell’abbraccio universale che la nostra “grande madre primordiale“ attende da secoli di porgerci.
I tre canali energetici
Il canale sinistro (Ida Nadi)
É il lato del desiderio, che precede ogni forma di azione, è quello dell’emozione e dei sentimenti. Corrisponde allo Yin del Tao cinese, al lato lunare e femminile dell’essere umano come pure al suo passato nonché ai suoi condizionamenti (buoni o cattivi). Esso, all’altezza del nostro cervello termina nel super ego, dove custodiamo tutto il nostro passato. Per saperne di più.
Il canale destro (Pingala Nadi)
É il lato dell’azione, attraverso il quale si manifestano le attività fisiche, intellettuali, creative. Corrisponde allo Yang, al lato solare e maschile della nostra personalità, così come al futuro e all’affermazione del Sé. É attraverso il lato destro che l’uomo ha costruito la civiltà, i monumenti, le città, gli imperi, ha organizzato le società che ha poi voluto conquistare, dominare, colonizzare. La sua terminazione è l’ego, che ci fa vivere nell’individualità, come essere divisi, separati dal mondo.
Il canale centrale (Sushumna Nadi)
Il canale centrale è quello dell’equilibrio perfetto e dell’ascesa. Rappresenta il sentiero dell’evoluzione, la “Via del Mezzo”, percorsa dall’umanità sino al suo termine, quando gli uomini conseguono la loro realizzazione ed entrano nel “regno dei cieli”.